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I requisiti di validità del brevetto ed il relativo ambito di protezione possono essere accertati ed individuati anche attraverso la combinazione…
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Centrale rischi: i presupposti per la segnalazione
Avv. Giampaolo Morini – L’Ordinanza del tribunale di Firenze dell’11 agosto 2017 stabilisce con precisione quali devono essere i presupposti per la segnalazione a sofferenza, e quali le condotte del soggetto segnalante. Il giudizio sui presupposti per la segnalazione a sofferenza necessità un quid p…
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Non è vero che i grandi brand vincono sempre
La storia giuridica insegna che spesso, nelle cause contro i grandi brand, a vincere sono gli artisti
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Alla mera tolleranza dell’uso del proprio marchio da parte di terzi non può essere attribuito il significato di rinuncia al diritto sul segno, dal momento che, al di fuori dell’ipotesi della conval…
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Bollo auto non pagato? Dopo tre anni è prescritto
Sono illegittime le cartelle esattoriali Equitalia che ne esigono il pagamento oltre il termine, poiché il diritto alla riscossione è ormai spirato. Lo chiarisce un’ordinanza recente della Cassazione, che smentisce il precedente orientamento in proposito
Abbiamo dimenticato di versare il bollo auto e ci ritroviamo arretrati da pagare? Arriva una buona notizia: il bollo si prescrive in trentasei mesi. Dunque solo tre anni, non dieci come si riteneva in passato. L’ha precisato la Corte di Cassazione con una recente ordinanza (n. 20425/17). Il termine decorre dall’1 gennaio dell’anno successivo a quello in cui la tassa era dovuta. Dunque, se ci viene notificata una cartella di pagamento con tre anni di ritardo, è da considerarsi illegittima. Per far valere la prescrizione tuttavia, bisognerà impugnarla entro 60 giorni dinanzi alla giustizia tributaria.
La novità. Facciamo un esempio: se non abbiamo pagato il bollo auto per l’anno 2016 la tassa si potrà ritenere prescritta il 31 dicembre 2019. Se tuttavia, a novembre 2019, ovvero prima della scadenza del termine, ci arriva a casa una cartella esattoriale che ne richiede il pagamento, abbiamo circa due mesi di tempo, dal momento in cui ci viene notificata, per impugnarla dinanzi alla Commissione tributaria provinciale. Se lasciamo decorrere invano i 60 giorni ci toccherà pagare, poiché la notifica interrompe i 36 mesi di prescrizione e il termine dei tre anni ricomincia a decorrere dall’inizio (art. 2943 cc). Ciò comporta che, in mancanza dell’impugnativa, se decorrono altri tre anni senza ricevere ulteriori solleciti di pagamento, la cartella sarà da considerarsi del tutto decaduta.
Decade il principio generale. Dunque, si può ritenere superato il vecchio orientamento della giurisprudenza, che riteneva decennale il termine di prescrizione della tassa automobilistica. Gli ermellini hanno esteso anche al bollo auto la pronuncia delle Sezioni unite (sentenza 17 novembre 2016, n. 23397) che escludeva la prescrizione decennale per le cartelle esattoriali relative a contributi previdenziali. Un principio ritenuto di applicazione generale sugli atti che fanno ricorso alla riscossione coattiva.(Erika Tomasicchio)
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Voucher internazionalizzazione: come presentare le domande | Ipsoa
Dal 28 novembre al 1° dicembre 2017 sarà possibile presentare le domande per l’accesso ai voucher internazionalizzazione, lo strumento lanciato dal…
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LA FORZA E LE FRAGILITÀ DEL KNOW-HOW
LA FORZA E LE fragilità DEL KNOW-HOW Tutela e valorizzazione del know-how aziendale tecnico e commerciale tra esigenze del mercato globale, CRITICITà DA GESTIRE e prospettive di riforma europea Parma, Venerdì 20 ottobre 2017 Aula dei Filosofi dell’Università di Parma Via Dell’Università, 12 UNIVERSI…
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E-Commerce: le Sezioni unite sulla giurisdizione nei contratti telematici | Quotidiano Giuridico
Lo scorso 19 settembre, Le Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione ha emesso un’interessante ordinanza (21622/2017), in ordine alla legittimità…
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Cessione all’esportazione: determinante la buona fede del cedente | Ipsoa
Ad una società a responsabilità limitata veniva notificato un avviso di accertamento con cui il Fisco, per l’anno 2005, aveva recuperato l’IVA…
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AdWords di Google: illecito utilizzare il marchio altrui – Brevettinews
Molte aziende per risultare ai primi posti nei risultati del motore di ricerca non esitano ad utilizzare come parole chiave sponsorizzate diciture che corrispondono a marchi di propri concorrenti. La cattiva abitudine deriva da un errore di fondo, ovvero credere che dal momento che le parole usate c…
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